venerdì 4 aprile 2008

Hilltop - Jalanthar - Traghetto di Drellin

Il viaggio verso Hilltop era passato tranquillo. Aramil, dopo essere stato interrogato su ciò che sapeva riguardo a Butch, li aveva seguiti fino a Jalanthar. In realtà le informazioni ricavate erano state di ben poco aiuto sebbene il mezzelfo si fosse rivelato molto disponibile: a parte un momento di malattia più o meno coincidente con i giorni in cui il gruppo aveva combattuto con Butch, Aramil era rimasto sempre con Gimdain nell'officina per confezionare le preziose armi che venivano vendute ormai ben al di fuori della Valle del Rauvin.

La faccenda continuava ad essere poco chiara, ma ora c'era qualcos'altro a cui pensare. Anche Jalanthar sembrava stesse prepararandosi a qualcosa di più grande di lei. In quello che era sempre stato un paese affascinante per l'idea di libertà selvaggia che ispirava, con la sua popolazione di ranger, cacciatori e avventurieri, ora l'alta palizzata ormai finita sembrava quasi soffocarne la vocazione. Storn era sembrato preoccupato; l'esodo dei mercanti verso sud non lasciava presagire nulla di buono nell'immediato futuro. L'arrivo dei Cavalieri della Legione d'Argento aveva tranquillizzato solo temporaneamente gli animi dei suoi abitanti. Già allo scomparire dell'ultimo riflesso delle armature dirette verso nord, una strana inquietudine era tornata a serpeggiare in paese. Sugli abitanti, abituati ad una vita già di per sè avventurosa, sembrava ora incombere un'ombra che rendeva i loro volti gravi, sebbene la pesante maschera della normalità li costringesse a far finta di nulla.

Aramil era giunto fino qui perchè Gimdain gli aveva raccontato che nella Grande Foresta c'era un luogo sacro agli elfi, in quelle che erano le rovine di un'antica città Sylvaenesti, in cui si potevano avere visioni sul proprio passato e sul proprio futuro. Quello che gli stava succedendo lo aveva scosso più di quanto avesse dato a vedere ai suoi compagni...
Era intenzionato ad andare fino in fondo alla faccenda, ma sapeva che aspettare che il gruppo tornasse da Traghetto di Drellin poteva essere una buona idea. Un tempo era stato anche lui un avventuriero, ma ora, con l'arrivo nel Faerun, aveva deciso di fermarsi un attimo. Si sentiva stanco, quasi prosciugato da una parte di quell'energia che lo aveva spinto verso l'avventura, e anche se ora l'idea di ripartire verso l'ignoto lo eccitava non poco, l'aiuto di qualcuno più esperto in questo genere di cose era sicuramente ben gradito.
Il giorno dopo il gruppo partì in direzione Traghetto di Drellin di buon'ora. L'inverno incominciava a farsi sentire a gran voce con temperature molto basse: il cielo prometteva neve nei prossimi giorni. Il viaggio passò tranquillo. La solitudine sulla strada fino a qualche tempo prima sempre trafficata di certo non dava fastidio agli eroi. Ogni tre-quattro chilometri una tettoia si affacciava sulla strada battuta per garantire riparo in caso di pioggia, e la loro utilità non tardò a farsi notare: una intensa pioggia accompagnò il viaggio fino a tardo pomeriggio. La notte passò tranquilla; neanche le normali bestie del bosco si fecero vive e la strada filò dritta fino a qualche chilometro prima del paese sperduto in mezzo a questa strana valle. Il corso del Rauvin ormai correva lontano e il paesaggio non era mai stato monotono: basse colline prima, spogli pendii di fianco all'alveo poi, infine i boschi ed i continui saliscendi. Nell'ultimo tratto la strada aveva creato un solco nel bel mezzo della vegetazione che ora si trovava qualche metro più sopra rispetto i bordi.
E proprio qui Manion notò uno strano scintillìo nel fitto della foresta: cotte di maglia riflettevano i tenui raggi di luce che filtrabvano tra i rami. Aveva proprio l'aspetto di un'imboscata.
Ma le sei frecce furono più veloci del pensiero e andarono a colpire i cavalli. La schermaglia che si generò non procuò molti danni agli avventurieri che però si pentirono di aver usato molti incantesimi di alto livello per quella che si era rivelata solo una scaramuccia. Il capo della banda di hobgoblin era un chierico di Tiamat, la divinità draconica a cinque teste, e prima di essere ucciso fornì qualche informazione utile. Sembrava infatti che gli otto umanoidi fossero solo un'avanguardia di quello che poteva essere un gruppo più nutrito all'interno del Bosco delle Streghe.
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Quando arrivarono al villaggio scoprirono qualcosa di più...
Si erano appena sistemati nelle loro camere quando bussarono alla porta: il portavoce Norro Wiston e la capitana delle guardie Loranna Anitah avevanio bisogno del loro aiuto. Gli hobgoblin avevano infestato l'intero Bosco delle Streghe bloccando di fatto il commercio, la fonte principale di sostentamento del paese. La missione era semplice, dare un'occhiata nella foresta a Nord e cercare di sgominare il focolare di mostri che vi si stava annidando.
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Dopo alcune trattative accettarono per 700 monete d'oro a testa, più un equipaggiamento del valore di altre 600 monete d'oro.

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